Fuga dallo Stato Islamico

Fuga dallo Stato Islamico

I profughi fuggono da orrori inimmaginabili, in cerca di salvezza. Dakheel è uno Yazidi, minoranza religiosa dell’Iraq. Quando Da’esh (Stato Islamico) ha circondato la sua casa a Sinjar, la sua scelta era convertirsi all’Islam o morire. Non volendo convertirsi, Dakheel e la sua famiglia erano in pericolo e hanno dovuto mettersi in salvo.

“Eravamo terrorizzati, perché uccidevano noi uomini e prendevano le donne.” 

Dakheel, i suoi genitori, tre sorelle, due fratelli e tre bambini scapparono sulle montagne verso un futuro incerto.

Per dieci giorni sono rimasti nascosti, vivendo nella paura, senza cibo né acqua. Alla fine, sono giunti ad un campo profughi in Kurdistan, dove hanno dovuto ancora lottare per sopravvivere.

“Non avevamo neanche un soldo.”

Dakheel ha lavorato per tre anni, con turni di dieci ore, guadagnando pochissimo. Il suo obiettivo? Risparmiare abbastanza da raggiungere l’Europa e “mettere fine a questo tormento.”

Ribollendo di tensione sociale, Moria non era però il posto sicuro che Dakheel e la sua famiglia speravano di trovare. 

“A Moria mi odiavano tutti, è stato difficilissimo. Non potevamo vivere lì.” 

Dakheel non si è arreso, il suo ottimismo e la sua resilienza l’hanno sostenuto e un anno dopo lui e i suoi sono stati spostati al campo di Katsikas. 

Gli abbiamo chiesto “Vorresti tornare a casa?”

“Non ho più una casa” ha risposto “a Sinjar, la mia città, ogni casa è stata distrutta. Ci piacerebbe poter tornare al nostro paese, ma non potremmo vivere lì.”

Ora Dakheel sogna di riunirsi alla sua famiglia in Germania, dove costruirà la sua nuova casa. 

“Volevo raggiungere l’Europa per vivere in pace. Grazie a dio ora qui sono felice, ma mi manca la mia famiglia.”